Le truppe israeliane hanno stretto la morsa su Gaza City mentre i campi profughi della Striscia sono stati colpiti da un diluvio di fuoco. Secondo quanto riportato, il campo di Jabaliya è stato il più colpito, con almeno 50 morti e oltre 150 feriti. L’esercito israeliano ha affermato di aver colpito la sede del comando locale di Hamas e di aver distrutto l’infrastruttura terroristica sotterranea. Altri due campi profughi, al-Shati e Nuseirat, sono stati colpiti, con un totale di almeno 25 vittime.
La reazione non si è fatta attendere: Fatah ha indetto una “giornata di rabbia” nella Cisgiordania per protestare contro l’attacco. Nel frattempo, la Bolivia ha rotto le relazioni diplomatiche con Israele a causa dell’attacco. Hamas ha invece invocato una forte presa di posizione da parte dei Paesi musulmani.
Le truppe israeliane stanno avanzando nel cuore dell’enclave palestinese lungo due direttrici, mentre Israele ha annunciato i primi due soldati uccisi durante l’invasione. Parallelamente al fronte di Gaza, Hezbollah continua a lanciare razzi dal Libano verso Israele, mentre è stato intercettato un missile lanciato dall’area del Mar Rosso verso Eilat.
Nonostante i combattimenti in corso a Gaza, i lanci di razzi verso Israele non si sono fermati. La situazione della popolazione di Gaza è sempre più drammatica e l’arrivo di aiuti umanitari dal valico di Rafah, con l’ingresso di 80 camion, rappresenta un’importante boccata d’ossigeno. Alcuni feriti palestinesi dovrebbero essere curati in ospedali da campo egiziani.
Le vittime a Gaza hanno raggiunto quota 8.525, di cui 3.542 sono minori. Inoltre, si è appreso che due bambini francesi sono stati uccisi nel nord della Striscia, elevando ulteriormente il bilancio delle tragedie causate dall’escalation di violenza.

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