Il mercato dei finanziamenti continua ad essere colpito dagli aumenti dei tassi decisi dalla Banca centrale europea. Secondo l’Abi, ad agosto 2023 è stato registrato un calo del 3,3% dei prestiti a famiglie e imprese rispetto all’anno precedente. Questo conferma la tendenza già osservata a luglio, quando i prestiti erano scesi del 2,2%. La diminuzione dei volumi di credito è in linea con il rallentamento della crescita economica e colpisce soprattutto le imprese, le quali registrano un calo del 4,0%. Le sofferenze nette per il sistema bancario rimangono stabili a luglio 2023, con un totale di 16,5 miliardi di euro, sostanzialmente invariato rispetto a giugno. Secondo l’Abi, l’aumento delle politiche monetarie restrittive della Bce comporterà un aumento dei crediti deteriorati nei prossimi mesi. A Francoforte, il costo del denaro è stato aumentato all’4,50% per contenere l’inflazione, rappresentando il decimo aumento consecutivo in poco più di un anno. Questo ha portato ad un aumento degli interessi applicati ai mutui, con un tasso medio del 4,29% per l’acquisto di abitazioni ad agosto. Le famiglie con mutui a tasso variabile sono particolarmente colpite, con un significativo aumento della rata mensile da pagare. Il rendimento delle nuove emissioni di obbligazioni a tasso fisso ha registrato un aumento di 332 punti base ad agosto, raggiungendo il 4,63%. Il tasso praticato sui depositi a durata prestabilita è aumentato al 3,36% ad agosto 2023, superando la media nell’area dell’euro, che è del 3,15%.