Lo scontro tra il promotore di giustizia, i legali del cardinale Becciu e lo stesso porporato si intensifica durante il processo sui fondi della Segreteria di Stato in Vaticano. Il promotore di giustizia, Alessandro Diddi, concluderà domani la sua requisitoria e chiederà le condanne. La difesa di Becciu contesta gli argomenti finora esposti, definendoli “accuse basate solo su teoremi”.
Diddi accusa Becciu di orchestrare una campagna mediatica contro gli inquirenti e di delegittimare la figura e l’operato del promotore di giustizia. Diddi sostiene che Becciu abbia commesso peculato con le vicende di Cecilia Marogna e della cooperativa Spes gestita dal fratello Antonino. Becciu è accusato di aver erogato finanziamenti destinati alla carità per spese personali e voluttuarie. Diddi sostiene inoltre che Becciu abbia tentato di coprire un’operazione di distrazione di fondi della Segreteria di Stato.
La difesa di Becciu solleva dubbi sulla mancanza di prove a suffragio delle accuse e critica il linguaggio utilizzato dal promotore di giustizia. Becciu stesso commenta l’udienza definendo le accuse come insinuanti e offensive sulla sua vita sacerdotale e di servitore del Papa. I legali di Becciu affermano che i toni utilizzati dal promotore di giustizia non sono condivisi all’interno della Santa Sede e che il cardinale è innocente.
Nelle udienze precedenti, Diddi ha affrontato la posizione di monsignor Mauro Carlino, accusato di aver concorso all’estorsione di Gianluigi Torzi per 15 milioni di sterline. Il promotore di giustizia ha sottolineato che il Papa aveva indicato di dare a Torzi la “giusta mercede” per “chiudere la storia”. Diddi ha intimato di non infangare la Suprema Autorità e ha affrontato anche altri aspetti riguardanti la posizione di Tommaso Di Ruzza, ex segretario generale dell’Autorità di informazione finanziaria vaticana.
I promotori di giustizia aggiunti hanno affrontato i presunti reati di Enrico Crasso, consulente della Segreteria di Stato per gli investimenti finanziari, e i casi di presunto riciclaggio e autoriciclaggio di Raffaele Mincione, Fabrizio Tirabassi, Nicola Squillace e Gianluigi Torzi.
Questo processo attira l’attenzione su presunte irregolarità finanziarie che coinvolgono il Vaticano e potrebbe avere ripercussioni significative per la reputazione della Chiesa cattolica. L’esito del processo dipenderà dalle prove presentate e dalle decisioni della corte. Seguiremo gli sviluppi e forniremo ulteriori aggiornamenti.

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