Il filosofo italiano Gianni Vattimo, noto per il suo “pensiero debole”, è morto all’età di 87 anni. Vattimo si trovava ricoverato in gravi condizioni presso l’ospedale di Rivoli quando è sopraggiunta la sua morte. La notizia del suo decesso è stata comunicata da Simone Caminada, suo assistente nonché compagno per 14 anni, tramite un post su Facebook.
Purtroppo, negli ultimi tempi la vita privata di Vattimo è stata coinvolta in una controversia giudiziaria. La Procura di Torino ha infatti sospeso l’unione civile con Caminada in attesa di una sentenza, a causa dell’accusa rivolta a quest’ultimo di aver cercato di ottenere l’eredità di Vattimo e di prendere il controllo del suo patrimonio.
Nato a Torino nel 1936, Vattimo ha svolto un ruolo attivo nella Gioventù Studentesca di Azione Cattolica e ha contribuito alla rivista Quartodora. È considerato uno dei maggiori analisti del pensiero di Martin Heidegger, avendo studiato con maestri del calibro di Karl Löwith e Hans Georg Gadamer. Era un pensatore antidogmatico e critico delle posizioni metafisiche, sostenendo che l’ordine autentico delle cose non può essere compreso attraverso un approccio puramente filosofico o scientifico.
Nel 1983, insieme a Pier Aldo Rovatti, ha curato una raccolta di saggi sul pensiero debole, divenendo un suo massimo esponente. Uno dei suoi obiettivi principali è stato quello di rendere le sue teorie accessibili anche al pubblico meno colto, utilizzando uno stile di scrittura semplice e chiaro.
Vattimo si definiva comunista, ma in un senso diverso dal vetero-marxismo, e allo stesso tempo era molto religioso. Si considerava “omosessuale e cristiano” ed è stato considerato un precursore delle tematiche LGBT. Oltre ad aver insegnato presso l’Università di Torino, Vattimo ha dato lezioni anche all’estero e ha ricevuto lauree honoris causa da prestigiose università internazionali.
Durante la sua carriera, ha avuto anche un coinvolgimento politico, essendo stato europarlamentare per due legislature: prima con i Democratici di Sinistra nel 1999 e successivamente con l’Italia dei Valori di Antonio Di Pietro nel 2009.
Vattimo ha inoltre contribuito alla divulgazione della filosofia attraverso programmi televisivi per la Rai, collaborando con personaggi come Furio Colombo e Umberto Eco. Ha anche scritto per il quotidiano La Stampa.
La sua morte rappresenta una grande perdita per il mondo della filosofia e della cultura italiana, e lascia un vuoto difficilmente colmabile.

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