Il ministro tedesco dell’Agricoltura, Cem Oezdemir, ha criticato l’idea di prendere soldi da Bruxelles come compensazione per il grano mentre contemporaneamente si chiudono le frontiere con l’Ucraina. Oezdemir ha dichiarato che questa situazione non è accettabile e ha chiesto alla Commissione Europea di rispettare i trattati e di evitare azioni che potrebbero rafforzare Putin o indebolire l’Ucraina.
Il ministro francese dell’Agricoltura, Marc Fesneau, ha sottolineato che le richieste dei paesi frontalieri con l’Ucraina di limitare l’import di cereali e altri prodotti agricoli nell’Unione Europea non possono essere fatte unilaternalmente. Fesneau ha ribadito che la solidarietà richiede un lavoro collettivo e una prospettiva a medio termine.
Il ministro spagnolo dell’Agricoltura, Luis Planas, ha sostenuto l’importanza di sostenere l’export di cereali dell’Ucraina come parte della lotta per la libertà di Kiev. Planas ha anche evidenziato l’importanza di dati trasparenti per prendere decisioni sull’estensione delle restrizioni all’import di cereali e prodotti alimentari dall’Ucraina. Attualmente, circa un terzo dei paesi dell’Unione Europea non invia dati sulle scorte, rendendo difficile prendere una decisione sulle restrizioni.
Il ministro polacco dell’Agricoltura, Robert Telus, ha spiegato che la situazione sui mercati dei cereali, dei frutti di bosco e del latte in Polonia è difficile e ha quindi chiesto il prolungamento del divieto di importazione di quattro prodotti cerealicoli dall’Ucraina fino alla fine dell’anno. Telus ha sottolineato che queste azioni non sono dirette contro nessuno, ma sono un appello alla Commissione Europea affinché prenda le decisioni necessarie per difendere gli interessi degli agricoltori nei paesi dell’Unione Europea.

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