Il Ministro degli Esteri russo, Serghiei Lavrov, ha fortemente criticato l’Unione Europea, accusandola di non adoperarsi abbastanza per fare pressioni su Pristina affinché si attenga all’accordo del 2013 riguardante la creazione della Comunità delle municipalità serbe in Kosovo.
Lavrov ha anche lanciato un’accusa alla NATO, sostenendo che l’alleanza aiuti gli albanesi del Kosovo ad organizzare un esercito proprio. Secondo il Ministro degli Esteri russo, questa situazione rappresenta una crescente preoccupazione.
Durante il suo discorso all’Assemblea generale delle Nazioni Unite, Lavrov ha dichiarato che i recenti sviluppi nel Kosovo non possono essere ignorati. A suo avviso, il supporto della NATO nella formazione di un esercito albanese nel Kosovo, così come la fornitura di armi a questa popolazione, costituiscono una palese violazione della risoluzione 1244 del Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite.
Lavrov ha voluto mettere in luce che la situazione nel Kosovo è una triste ripercussione di quanto accaduto in Ucraina, con la mancata attuazione degli accordi di Minsk. Secondo il Ministro degli Esteri russo, sia l’Unione Europea che i Paesi occidentali hanno svolto un ruolo di garanti sia nell’Ucraina che nel Kosovo, ma sembra che gli accordi abbiano subito la stessa sorte in entrambi i casi.
Infine, Lavrov si è incontrato con il Ministro degli Esteri serbo, Ivica Dacic, per discutere della difficile situazione nel Kosovo e delle presunte persecuzioni e discriminazioni della popolazione serba da parte delle autorità di Pristina. Entrambi hanno espresso la necessità di continuare a monitorare attentamente la situazione e di adoperarsi per cercare soluzioni pacifiche e stabili.
Le dichiarazioni di Lavrov hanno suscitato scalpore e riaperto il dibattito sul ruolo dell’Unione Europea e della NATO nel Kosovo, sollevando interrogativi sulla rispettiva efficacia e sulle conseguenze delle loro azioni in questa regione complessa e delicata.
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