Uno studio internazionale pubblicato su Science ha rivelato che la popolazione mondiale ha rischiato l’estinzione tra 900 e 800 mila anni fa. Fortunatamente, solo poco meno di 1.300 individui in età riproduttiva sono riusciti a preservare la specie. La ricerca è stata condotta da ricercatori dell’Università La Sapienza di Roma e dell’Università di Firenze.
Attraverso l’utilizzo di un modello computerizzato, i ricercatori hanno scoperto l’esistenza di un grave collo di bottiglia demografico che ha colpito la nostra specie durante il primo Pleistocene. Questo problema è durato per un periodo di 117.000 anni, compreso tra il 813.000 e il 930.000 anni fa.
Ciò che rende ancora più interessante questa scoperta è che questo periodo di collo di bottiglia coincide con una mancanza di reperti fossili umani sia in Africa che in Eurasia. I colli di bottiglia della popolazione sono eventi in cui la popolazione totale di una specie subisce una riduzione drastica, causando una perdita significativa della diversità genetica.
La perdita di diversità genetica può avere conseguenze negative sulla salute delle popolazioni. Tuttavia, i bioingegneri stanno facendo progressi nel campo della clonazione e dell’editing genetico, riuscendo a sintetizzare la diversità genetica nelle popolazioni animali.
Questa scoperta ci offre uno sguardo interessante sul passato della nostra specie e sottolinea l’importanza di preservare e proteggere la diversità genetica per garantire la sopravvivenza delle specie in futuro.

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